Nel 2014, un passeggero Uber in India è stato brutalmente violentato dal conducente del veicolo e ora, tre anni dopo i terribili eventi, la vittima ha intentato una causa contro Uber accusando l'azienda di aver presumibilmente ottenuto e divulgato le sue informazioni mediche.
A quanto pare, i dirigenti di Uber coinvolti, pensavano che la donna violentata avesse cospirato con la principale rovina del servizio nel paese sabotare l'azienda.
Uber è sempre all'avanguardia delle notizie, e sebbene in questo caso la storia riguardi più le persone che le aziende, la verità è che ci vuole la torta. La donna che è stata violentata dal suo autista in India nel 2014 ha citato in giudizio l'azienda per aver ottenuto e condiviso in modo improprio le sue cartelle cliniche, tutte presumibilmente.
A livello istituzionale, Uber ha mostrato tutto il suo sostegno alla vittima e ha dichiarato pubblicamente che farà "di tutto per aiutare a portare il [colpevole] alla giustizia". Nel frattempo, l'accusato dello stupro, che potete vedere nell'immagine che illustra questo post, è stato perseguito e condannato all'ergastolo.
La causa ha avuto origine da una notizia pubblicata in è basata su Recode e nel Il New York Times all'inizio di giugno, in cui è stato rivelato che Il dirigente di Uber Eric Alexander aveva ottenuto i verbali della visita medica effettuata sulla vittima dopo l'aggressione sessuale. Non è ancora chiaro se abbia ottenuto o meno quei rapporti legalmente, tuttavia, presumibilmente li ha condivisi con il capo dell'azienda Travis Kalanick e il dirigente Emil Michael.
Sia Alexander che Michael sono stati recentemente licenziati, mentre Kalanick è attualmente in congedo; allo stesso tempo, l'azienda sta conducendo una revisione approfondita della propria cultura lavorativa dopo essere stata accusata di favorire un ambiente tossico e sessista. I tre dirigenti avrebbero ipotizzato che la vittima avesse cospirato con il principale rivale di Uber in India, Ola, per organizzare l'incidente e sabotare il servizio.
Quando le è stato chiesto un commento sui fatti, un portavoce di Uber ha detto che "Nessuno dovrebbe vivere un'esperienza orribile come questa e ci dispiace davvero che lei abbia dovuto riviverla nelle ultime settimane".