Lee Jae-yong, erede di Samsung sarà imprigionato per 'caso Rasputin sudcoreano'

Sembra che alla fine Lee Jae-yong, 48 anni, vicepresidente di Samsung ed erede dell'azienda, non sia riuscito a scappare di prigione. Ora un altro paio di accuse si aggiungono a quelle che aveva già pendenti ed è impossibile che ora si liberi dall'andare in prigione. Queste nuove accuse contro di lui sono arrivate dopo le indagini svolte e Hanno reso "Jay" incapace di evitare la prigione. Ricorda che la stessa presidente del paese è stata rimossa dall'incarico per aver ricevuto tangenti da Samsung, qualcosa di veramente difficile per il paese.

In questo caso, la Procura sudcoreana ha richiesto un mandato d'arresto da parte del occultamento di azioni fraudolente e per violazione di leggi relative al trasferimento di beni all'estero. Si prevede che il contraccolpo di questa notizia non colpirà troppo l'azienda sudcoreana, che ha avuto diversi problemi in questi mesi, ma è chiaro che si tratta di un problema davvero serio e interesserà sicuramente il brand oltre che il Paese e questo è Samsung rappresenta il 23% del PIL del paese.

E la notizia può davvero lasciare l'azienda più commossa di quanto possa sembrare visto che operazioni fraudolente sono state scoperte da tempo, interessando l'intero gruppo di società che Samsung ha in Corea del Sud e le sue posizioni di alto livello. Come denominare il caso "La Rasputina sudcoreana" viene per l'amico del presidente, Park Choi Soon-sil, ed è al centro dello scandalo del traffico di influenze e della corruzione, alla guida di una fondazione che ha ricevuto donazioni milionarie in cambio dell'approvazione del servizio pensionistico nazionale.

Insomma, quando la Procura del Paese ha cominciato a tirare i fili è stato impossibile non ordinare l'arresto di Jay Lee, qualcosa che di certo non vogliamo che influisca sull'azienda ma che sarà quasi impossibile evitare considerando quanto accaduto. Un altro bastone per Samsung ...


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