L'era delle auto autonome sta arrivando, direi proprio dietro l'angolo. Non abbiamo dubbi che l'arrivo della condizione di autonomia contribuirà molto alla scarsità di incidenti, nonché al corretto e fluido traffico sulle strade, rendendole più percorribili ed efficaci e, soprattutto, facendoci risparmiare tempo sul modo di lavorare. Ma mentre sta succedendo tutto questo, il MIT è giunto a una conclusione importante sul car pooling e sulla congestione del traffico sulle nostre strade. Quindi, scopriamo cosa pensa il MIT del car pooling e come questo influisce sulla nostra vita quotidiana.
Servizi come Uber o Lyft sono diventati molto popolari, e sono utili in tutte le zone, sia in termini di inquinamento che nei tratti riferiti alla congestione del traffico sulle strade. Ecco perché il MIT si è dedicato ad analizzare come il car sharing influenza il traffico nelle grandi città, e con l'aiuto della professoressa Daniela Rus sono arrivati a conclusioni molto interessanti.
Per questo hanno usato New York City come cavia. Questa città ha non meno di 14.000 taxi, che contribuiscono anche all'inquinamento e alla congestione. Secondo gli algoritmi, Il 95% della domanda di taxi potrebbe essere soddisfatto con 2.000 veicoli con una capacità di dieci persone. Ma la cosa più rilevante è che il 98% di questa domanda potrebbe essere soddisfatta anche con 3.000 auto a quattro passeggeri del tipo Uber e Lyft, ovvero condividendo un veicolo tra estranei.
Questo studio non ha lo scopo di rovinare il lavoro dei tassisti, ma di comprendere meglio il comportamento delle persone e delle auto ad uso individuale. Arrivando alla conclusione finale che se tutti gli utenti condividessero i loro veicoli, il traffico a New York sarebbe ridotto fino al 75%.